FENDI e SKIMS presentano il 9 Novembre una Capsule Collection che coniuga l’estetica di entrambi i loro universi. In contemporanea mondiale online e in esclusivi Pop Up.

Kim Jones, direttore creativo di Fendi, collabora con il marchio di “shapewear” di Kim Kardashian per una linea speciale. E per dimostrarci che all’ultra-logo non c’è mai fine.
Se ne parlava da Giugno, quando la regina dei social si è fatta vedere in giro per Roma e avevano fatto rimbalzare la notizia di una possibile collaborazione tra il suo marchio di “shapewear” Skims e Fendi.
Intanto, il mercato e il valore di Skims come marchio: secondo quanto dichiarato dalla stessa Kim Kardashian, e come riporta il New York Times, lo scorso giugno la società ha raccolto 154 milioni di dollari in nuovi finanziamenti, che hanno portato la sua valutazione a 1,6 miliardi di dollari. Una cifra niente male per un brand che ha meno di due anni di vita e che sembrava essere nato sotto l’ennesimo scandalo frutto dell’insensibilità culturale delle sorelle: qualcuno ricorda che inizialmente doveva chiamarsi Kimono? Risolta la questione – «A me sembrava un nome innocente, ma le persone non la pensavano così», ha detto prosaicamente lei – Skims si è velocemente ribrandizzato come il marchio dell’inclusività, con un’offerta di taglie molto ampia e altrettante declinazioni del colore “nude”. L’intuizione alla base, quella di “innalzare” il vecchio bistrattato intimo contenitivo, era semplice abbastanza da farlo funzionare benissimo per un pubblico che, è lecito pensarlo, non è quello di Fendi.
La mia ammirazione per Kim Kardashian è cresciuta durante gli anni, gliene hanno detto di tutti i colori e ieri il lancio in soli 4 minuti di messa online aveva già fatturato 1 milione di dollari. Io ero lì, navigazione in incognito, sveglia impostata, e ci ho messo 13 minuti a sbirciare e spulciare ogni pezzo. Ahimè, quando mi ero decisa ad acquistare la mia taglia era finita per la maggior parte dei prodotti. Questa mattina l’80% dello shop dedicato alla collaborazione risulta sold out. Non male per una ragazza che non sa fare nulla, eh?
I prodotti partivano da una base di 100€ per una bralette, fino a 3700€ per l’abito in pelle declinato in tonalità nudes, il pezzo più ambito della Capsule Collection.

Per non parlare dei Pop Up store presi d’assalto. TMZ sempre sul pezzo, era lì in coda al Pop Up di Beverly Hills sulla Rodeo Drive quando le persone in fila hanno iniziato a litigare.
I primi numeri ci dicono che questo è stato il lancio più soddisfacente dell’impero di Kim K.
Inoltre, qualche giorno fa aveva già vinto un premio per l’innovazione del suo brand dal Wall Street Journal Magazine’s 2021 Innovator Awards.
Difficile comprendere la scelta di non aprire un Pop Up anche in Italia vista la velocità con cui il sito è stato saccheggiato. E ora, quale sarà il prossimo passo di Kim?