Casa, tuta, TikTok, Instagram e crisi sociale. Ma cosa ci è successo?

Mi sono fermata a pensare da quando, post secondo e più duro lockdown, abbiamo iniziato a riacquistare un po’ di libertà.
Il nostro corpo cambia. Ciclo, ormoni, stagioni e umore. Cambia col nostro stile di vita e con l’età.
È un fatto assodato di cui siamo tutte consapevoli, eppure il terrore che ci pervade quando accade è come se fosse una novità strana mai sentita prima.
I social, nell’ultimo anno più che mai, hanno avuto un potere tremendo sulla visione di noi stesse allo specchio. Da foto perfette su Instagram ad assurdi trends su TikTok come “What I eat in a day”, “Improve your shape”, “Be an hot girl summer”… e mentre le giornate trascorrevano tra incertezze e ansie per il futuro, noi ci siamo perse di vista.
Tutte le insicurezze sono venute fuori prepotentemente, esasperate ancor di più da standard sempre troppo estremi. In questi mesi di pandemia tutto ciò è emerso in modo ancora più evidente: sono cambiate le nostre abitudini e di conseguenza anche i nostri corpi. Cambiamento che, ovviamente, non abbiamo preso bene. È scattata così la “grassofobia” perché, si sa, se “cambiamento” equivale a “dimagrimento” allora va tutto bene, ma se il peso aumenta apriti cielo.
Questa tendenza l’abbiamo vista fin dall’inizio delle restrizioni a Marzo 2020: meme, battute e frecciatine grassofobiche riferite a quanti chili avremmo preso restando in casa.
Così, ora che le restrizioni si stanno allentando e l’estate è iniziata, il rischio è quello di focalizzarsi su “quanto siamo ingrassate con la pandemia” e “quanto dovremmo dimagrire”, in quattro parole: fat talk post lockdown e tutta la negatività che ne consegue.
Con “fat talk” si indicano tutti quei discorsi che riguardano il proprio peso e quello degli altri, il continuo parlare di diete, di cosa si mangia o non si mangia in un periodo in cui il cibo ha in parte mutato il suo valore sociale, dal momento che ci siamo trovati tutti chiusi in casa. Insomma: la pandemia ha esacerbato la grassofobia e la pressione sociale al dimagrimento.
E ora, come si esce da questo circolo vizioso?
Essendo stata in prima persona “vittima” di questo fenomeno, ho capito che bisogna ridurre al minimo il tempo in cui passiamo a parlare del nostro aspetto o a controllare il nostro peso per il bene nostro e altrui.
Joy Cox, una psicologa americana, ha smosso le acque con una riflessione su tale fenomeno, riflessione che ora voglio condividere con voi, perché oggi, più che mai, ci meritiamo di mettere a tacere i nostri demoni e goderci il presente: “Riformula la tua attenzione e non concentrarti sull’idea di immagine come funzione del tuo corpo. Limita gli input esterni che possono risultare dannosi e cerca di concentrarti sulla gratitudine per ciò che il tuo corpo ha fatto per te in questi mesi e, più in generale, per le nuove esperienze che ora potremo fare di nuovo. Siamo molto di più di ciò che vediamo nello specchio”.
Questo è il mio nuovo mantra preferito. Siamo tutte diverse e tutte bellissime, non esiste una regola universale che valga per tutte e neanche un canone unico. Perciò sii grata di quello che vedi oggi, e se vorrai migliorare o meno qualcosa andrà bene, non trasformarti però nella tua peggior nemica.
Smettiamola e ricominciamo a vivere.
